The Doors: Light My Fire

Light My Fire è una delle canzoni più famose dei Doors e compare nel loro album omonimo del 1966. Non molti sanno che questo pezzo nacque da un’idea di Robby Krieger: il chitarrista aveva questo brano in forma molto embrionale e venne poi sviluppato da tutti e quattro i membri della band. La sua durata, di oltre sette minuti, fu notevolmente abbreviata per rendere più proponibili i passaggi radiofonici ed il lancio del singolo, che avvenne nel 1967. Tuttavia, Morrison e compagni, hanno sempre detto di preferire l’album version ai vari edit.

Il singolo trascorse raggiunse subito la vetta delle classifiche statunitensi e vi restò per ben tre settimane e venne ripubblicato nel 1968 arrivando solo alla posizione numero 87. Curiosamente il brano è accreditato ai Doors, ma la prima parte è frutto del lavoro di Krieger, mentre la seconda di Morrison.

Senza ombra di dubbio possiamo dire che Light My Fire è un fulgido esempio di psychedelic rock con alcune influenze orientaleggianti e l’organo, suonato magistralmente da Manzarek, dona quel tocco di jazz fusion che non guasta. Molto bello anche il lungo assolo presente nella versione dell’album, che sembra quasi improvvisato, registrato e lasciato lì e che dà un senso di live alla composizione.

Secondo Rolling Stone il brano è al numero 35 delle 500 migliori canzoni ed è stata anche inclusa al numero 7 nella lista Canzoni del secolo da parte di VH1.

Chiaramente, un brano così famoso ed importante, non solo per i Doors di Jim Morrison ma per tutto il panorama rock, non può essere esente da Cover! Una delle prime fu registrate nel 1968 da José Feliciano e vinse addirittura due Grammy: uno come miglior performance maschile pop ed uno come miglior nuovo artista dell’anno in un arrangiamento che fondeva il classico pop-rock americano con sonorità latine. Questa versione colpì molto l’autore Robbie Krieger il quale, in un’intervista, disse che avrebbe ringraziato Feliciano per tutta la vita in quanto fu il primo di una lunga serie a ridare lustro e modernizzare un cult senza tempo! Da ricordare che l’arrangiamento di José Feliciano fu poi ripreso, più di quello originale, in tante altre incisioni: da Stevie Wonder a Shirley Bassey, Amii Stewart, fino ad arrivare a Will Young, vincitore della prima edizione del concorso Pop Idol 2001, che spopolò in tutta Europa l’anno successivo proprio con una cover del brano con l’arrangiamento del 1968.

1968 – The Doors: Robby Krieger scrive la musica ispirandosi alla melodia di Hey Joe di Jimi Hednrix e al testo di Play With Fire dei Rolling Stones, John Densmore suggerisce un ritmo Latin, Ray Manzarek contribuisce con l’intro di organo ispirato a Bach, Jim Morrison scrive parte del testo. Si dice che nessun ritornello abbia avuto un impatto così forte sulla musica e la società del proprio tempo come Come On Baby, Light My Fire.

1968 – Jose Feliciano: Non potevo non iniziare che con questa versione il nostro viaggio. Feliciano, portoricano, conquistò l’America con questo brano e si fece conoscere anche da noi in Italia dove il successo lo accolse qualche anno dopo, nel 1971, con la sua partecipazione al Festival di Sanremo con il brano ‘Che sarà’.

1970 – Nicola di Bari: Come ormai avete imparato leggendo i miei articoli, era pratica ben diffusa nel nostro Paese di italianizzare i brani stranieri che avevano avuto un forte successo in USA o UK. Light My Fire non si può esimere da questo trattamento ed ecco qua che si trasformò in ‘Dammi Fuoco’. Il testo era di Vito Pallavicini, che aveva già composto diversi successi tra cui Azzurro insieme a Conte e Celentano, quindi una mezza garanzia alla quale un promettente Nicola di Bari si affida cantandola molto intensamente. Il risultato finale è un brano che parla di un uomo che chiede di essere bruciato a causa di un amore finito.

1994 – Massive Attack: I Massive Attack non hanno bisogno di presentazioni, considerati come coloro che hanno creato il genere trip hop, e in questa versione rigorosamente dal vivo mettono tutto il loro sapere e le loro conoscenze musicali arrivando addirittura a dividere in due i loro fan: da un lato chi la ama alla follia, dall’altro chi la definisce imbarazzante e la meno riuscita dell’album Protection uscito nel 1994.

1994 – Hide: Hide, chitarrista degli X Japan, è considerato uno dei più importanti artisti j-rock di sempre, nonché una vera e propria icona pop in madrepatria. Oltre ad essere un grande musicista, aiutava i debuttanti chitarristi a uscire dalla scena underground ed era in prima linea nella lotta all’AIDS. Inoltre è ricordato per aver donato il suo midollo osseo ad una ragazzina affetta da una rara malattia, il suo sangue ad un ragazzo che aveva urgente bisogno di una trasfusione e un rene ad un bambino di 8 anni. Purtroppo morì misteriosamente all’età di 34 anni, nella sua abitazione. La versione ufficiale parla di incidente, ma qualcuno parla di suicidio e qualche complottista parla addirittura di omicidio! Tornando al brano in questione, è una bella versione che omaggia la band di Morrison in maniera molto struggente e rispettosa.

2010 – Amorphis: Gli Amorphis sono un gruppo finlandese formatosi nel 1992 e da subito dimostra di avere personalità e carisma per aspirare ad un posto d’onore nell’ondata metal che aveva fatto capolino nella penisola scandinava a partire dagli inizi degli anni novanta. Con un cantato growl, tipico del genere, si sono ritagliati un loro spazio grazie alle influenze folk e progressive che, mescolate con le sonorità del death metal scandinavo, ne rendono un prodotto unico nel genere. Nel 1995 fecero una versione di Light My Fire, molto imbarazzante che non vi linko, se volete soffrire andate da soli a cercarla su youtube. Qui possiamo ascoltare un rifacimento del 2010 abbastanza accettabile e musicalmente interessante.

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