Queen II

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Queen II è il secondo album in studio della rock band britannica Queen. È stato pubblicato l’8 marzo 1974 dalla EMI Records nel Regno Unito e dalla Elektra Records, negli Stati Uniti, il 9 Aprile del 1974. Fu registrato ai Trident Studios e ai Langham 1 Studios di Londra nell’agosto del 1973 con i co-produttori Roy Thomas Baker e Robin Geoffrey Cable, coadiuvati dall’ingegnere del suono Mike Stone.

Descritto come “l’album più heavy metal” della band, Queen II ha segnato la fine della prima fase della carriera della band. L’album combina un suono hard rock con elementi art rock e progressive rock, ed è stato definito come un pilastro di hard rock grandioso e aggressivo dalla Rock and Roll Hall of Fame.
Molti pensano che Queen II sia un concept album, in quanto le canzoni sono tutte unite e legate tra loro musicalmente, ma non è così! Si tratta di una raccolta di canzoni con un tema sciolto che scorre ovunque, come raccontò lo stesso Mercury in una intervista apparsa su Sound del 1976.

I due lati dell’LP originale erano etichettati “Side White” e “Side Black” (invece che i convenzionali “A” e “B”). Il lato bianco ha canzoni con un tema più emotivo e il lato nero è quasi interamente fantasy, spesso con temi piuttosto oscuri. L’iconica fotografia di copertina di Mick Rock sarebbe stata successivamente riproposta e animata per il filmato promozionale di Bohemian Rhapsody (1975), e più tardi per il videoclip di One Vision (1985).

Alla sua pubblicazione ricevette un’accoglienza critica inizialmente mista, e per molto tempo è rimasto tra gli album meno conosciuti della band. Ciononostante, ha mantenuto un seguito di culto sin dalla sua uscita ed è considerato, dai veri conoscitori della band, come l’album manifesto del suono dei Queen stessi, in quanto contiene tutti gli elementi tipici del Queen Sound: multisovraincisioni stratificate, armonie vocali e stili musicali vari.

I Queen non terminarono il loro album di debutto omonimo, fino al novembre del 1972. La band aveva sviluppato altro materiale più complesso in quel periodo, ma scelse di aspettare per registrarlo fino a quando non avessero avuto più libertà ed esperienza in studio. Brani come “Father To Son”, “Ogre Battle”, “White Queen (As It Began)” e “Procession” venivano suonate dal vivo fin dal 1972: “Seven Seas of Rhye” risaliva, addirittura, ai giorni dei Wreckage nel 1969, “See What a Fool I’ve Been “, il lato B del singolo Seven Seas of Rhye, veniva suonata live dagli Smile. “Stone Cold Crazy”, anch’esso del periodo Wreckage, era nella scaletta da anni, addirittura fu la canzone che aprì il primo concerto in assoluto dei Queen, fu lasciata in un cassetto e rielaborato per il terzo album, Sheer Heart Attack. Rientro in questo terzo album anche il brano “Brighton Rock”; la sua parte di chitarra era il cavallo di battaglia di May fin dai tempi degli Smile. Anche parti di “The Prophet’s Song”, al tempo conosciuta come “People Of The Earth”, furono provate durante le sessioni di Queen II, ma la canzone non fu completata fino al quarto album, A Night at the Opera.

La band ha insistito sul fatto che i Trident Studios permettessero loro di registrare ad orari regolari invece che durante i tempi morti dello studio, come avevano fatto per il primo album. Per questo secondo lavoro volevano fare le cose in grande, e cercarono di avvicinare David Bowie per produrlo, ma rifiutò perché stava registrando Pin Ups e lavorando alle canzoni che finiranno in Diamond Dogs. A Robin Geoffrey Cable, con cui Mercury aveva lavorato durante la registrazione di “I Can Hear Music”, fu chiesto di produrre “Nevermore” e “Funny How Love Is”, e di collaborare con Roy Thomas Baker all’ambiziosa “March of the Black Queen”.
Fu incisa una versione completa di Seven Seas of Rhye, destinata specificamente ad essere pubblicata come primo singolo estratto dall’album. Dopo il fallimento commerciale di Keep Yourself Alive, i Queen decisero di pubblicare un singolo “dove succedesse tutto e subito” (senza un’introduzione strumentale troppo lunga). Così, i Queen e Baker si assicurarono che Seven Seas Of Rhye fosse abbastanza commerciale.

Il fotografo Mick Rock fu incaricato di creare la grafica dell’album. La band voleva catturare la caratteristica sensibilità glam decadente dei suoi lavori precedenti con artisti quali David Bowie, Iggy Pop e Lou Reed. Il gruppo era alla ricerca di un’immagine d’impatto che potesse catturare l’attenzione della gente grazie alla copertina, specialmente dopo che il loro primo album non era riuscito a farlo. Realizzarono che se erano in grado di catturare lo sguardo delle persone, allora potevano anche farle interessare alla musica.
L’unica indicazione che Rock ricevette dalla band fu che per l’album volevano un rimando alla tematica del bianco (inteso come il Bene) contrapposto al nero (il Male). L’iconica immagine in chiaroscuro dei Queen in copertina si ispira a una fotografia simile di Marlene Dietrich tratta da un film del 1932 intitolato Shanghai Express, scovata da Rock a casa di un amico appassionato di cinema e sottoposta all’attenzione della band. «E naturalmente nessuno era più glam della divina signora Dietrich. Si trattò di uno di quei lampi di improvvisazione che a volte capitano», chiosò Rock. «C’era il sentore che, imitando la posa della Dietrich, la copertina potesse essere troppo pretenziosa», ma il fotografo li convinse del contrario. «Li feci sembrare un affare molto più grande di quanto fossero in quel momento, ma era un vero riflesso della loro musica». Aggiunse Freddie, «Non aveva nessun significato in particolare, ma eravamo affascinati da questo tipo di cose, e il guardaroba che utilizzavamo all’epoca lo descriveva perfettamente bene».

Come detto la band terminò le registrazione dell’album nell’agosto del 1973, ed aggiunsero immediatamente Ogre Battle, Procession e Father to Son alla scaletta dei loro concerti e partirono in tour. 35 concerti totali, di cui uno in Germania, uno in Lussemburgo e l’ultimo spettacolo del tour addirittura in Austtralia. Il resto dei concerti erano nel Regno Unito. Da segnalare che il primo concerto del 13/09/1973 al Golders Green Hippodrome, fu organizzato e registrato dalla BBC e trasmesso successivamente alla Radio.
Nonostante il successo di pubblico che la band cominciava ad avere, ancora una volta, la Trident posticipò l’uscita del disco perché il primo album Queen era stato da poco pubblicato in Gran Bretagna e doveva ancora uscire negli USA. Anche altre coincidenze sfavorevoli contribuirono al ritardo nella pubblicazione di Queen II: la crisi del petrolio del 1973 bloccò lo stampaggio dei vinili per vari mesi, inoltre, le prime copie dell’album indicavano erroneamente John Deacon come “Deacon John”, e la band insistette affinché i crediti venissero corretti.
Finalmente, l’8 Marzo del 1974, Queen II arrivò nei negozi inglesi, arrivando in quinta posizione in Gran Bretagna. Negli Stati Uniti si fermò alla posizione numero 49, ottenendo comunque un risultato migliore rispetto all’album di debutto, che era arrivato al numero 83. L’unico singolo estratto dall’album, Seven Seas of Rhye (pubblicato nel febbraio del 1974) raggiunse la decima posizione nella Official Singles Chart, dando alla band il primo successo da classifica.

Queen II è un sapiente mix di diversi generi: art rock, hard rock, glam rock, heavy metal e progressive rock. Il giornalista musicale e autore Jerry Ewing ha descritto l’album come una “tendenza proggy art rock”. Daniel Ross di The Quietus lo ha definito come “l’esatta intersezione tra gli inizi oscuri e metallici della band e l’incarnazione della perfezione pop assoluta dei Queen”.
I due lati “White” e “Black”, sono dominati rispettivamente dalle composizioni di May e Mercury. Il lato “Bianco” vede quattro dei cinque brani composti da Brian May, uno dei quali è strumentale. Freddie Mercury canta due canzoni; Brian né canta una e Roger Taylor canta la traccia di chiusura, che è la sua unica composizione nell’album. John Deacon suona la chitarra acustica in “Father to Son” oltre ai normali compiti di basso su tutte le altre canzoni. Mercury ha composto e cantato tutti e sei i brani del lato “Nero”.
Mentre il 1974 volgeva al termine, la reazione pubblica a Queen II era stata entusiasta. L’album era stato anche classificato da Disc come il 5° migliore dell’anno.

Nel 1987, Post-Tribune classificò Queen II nono in un articolo che riguardava “album che dovrebbero essere nella collezione di dischi di tutti, ma non lo sono“. Nell’edizione del 1994 di The Guinness All Time Top 1000 Album, Queen II è stato votato numero 202 nei più grandi album rock e pop di tutti i tempi. Nel 2003, la rivista Q includeva Queen II in un elenco di cinquanta album poco noti raccomandati dalla rivista per integrare il sondaggio “I 50 migliori album inglesi di sempre“. Nel 2005, sulla rivista Kerrang! i lettori hanno votato Queen II il 72 ° più grande album rock britannico di sempre. Insieme ai due album successivi dei Queen Sheer Heart Attack e A Night at the Opera, Queen II è presente nel libro 1001 Albums You Must Hear Before You Die, dove è descritto come “un album decisamente oscuro” che “mostrava la loro diversità” e si contrapponeva ai loro successivi “inni espansivi e gradevoli allo stadio“.

Altri musicisti rock hanno elogiato l’album. Rob Halford dei Judas Priest cita Queen II come uno dei suoi album preferiti, dicendo che “non è nient’altro che buone canzoni” e afferma che Ogre Battle è uno dei suoi preferiti. In un’intervista di Rolling Stone del 1989, il cantante dei Guns N ‘Roses Axl Rose disse dell’album “Con i Queen ho il mio preferito: Queen II. Ogni volta che un loro nuovo disco usciva conteneva tutti questi altri tipi di musica, all’inizio mi piaceva solo questa o quella canzone. Ma dopo un periodo di tempo, riascoltandolo, mi apre la mente a tanti stili diversi. Li apprezzo davvero per quello. È qualcosa che ho sempre desiderato essere in grado di realizzare“.

L’album è stato ristampato nel 1991 negli USA dall’Hollywood Records con l’aggiunta di tre bonus track, mentre, nel 2011, fu rimasterizzato in formato digitale dalla Island/Universal e distribuito in due edizioni: standard edition, contenente l’album originale, e la deluxe edition a 2 CD, contenente l’album originale ed un EP bonus.


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