Alessandro Carugini David Bowie: The Man Who Sold the World

David Bowie: The Man Who Sold the World

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The Man Who Sold the World è un brano scritto da David Bowie ed è l’ottava traccia dell’album omonimo del 1970. Questo brano non è mai stato pubblicato come A side a 45 giri ma nel 1973 venne pubblicato due volte come lato B: in UK di Life on Mars? e in USA nella riedizione di Space Oddity. Nonostante i due singoli abbiano avuto un grandissimo successo, The Man Who Sold The World, rimase tra i brani più nascosti di Bowie e non trovò neanche molto spazio nei live del duca bianco fino agli anni 90, con l’unica eccezione del Saturday Night Live del 15 dicembre 1979 in cui si esibì con Klaus Nomi e Joey Arias. Spero di riuscire a fare un articolo su Nomi il prima possibile perché a mio avviso merita di conoscerlo approfonditamente!
Tornando alle esibizioni dal vivo, venne inserita stabilmente nelle scalette solo a partire dall’Outside Tour (1995-96), con un rifacimento trip hop ad opera di Brian Eno che lo stesso giorno del missaggio affermò: «Ha un sound assolutamente contemporaneo, ho aggiunto delle voci d’accompagnamento e un segnale intermittente tipo sonar. Ho anche un po’ scolpito il pezzo, per dargli contorni più definiti». Questa nuova versione è inclusa nel singolo “Strangers When We Meet”. In seguito è stata eseguita durante l’Earthling Tour del 1997 ed il Reality Tour del 2003-04.
Il protagonista del brano è un uomo che ha perso di vista la realtà, travolto dal frenetico andare del tempo moderno. È una persona che nasconde e trasforma il suo modo di apparire e di ragionare e che pensa che sia questo l’unico modo per far parte della società che lo circonda. Crea un personaggio, un mondo a parte per ottenere successo, per diventare “the man who sold the world”.
Ecco di chi parla Bowie: di tutte le persone che, con lo scopo di ottenere qualcosa, si vendono e mettono la propria vita nel teatrino delle maschere che giornalmente affrontiamo, minimizzando la propria ‘coscienza’ ed il proprio essere. Ma alla fine è come nascondere la polvere sotto un tappeto: prima o poi quel che siamo veramente verrà fuori. Forse la canzone fu scritta per sé stesso, cercando di far capire a tutti che lui non è così, che lui è diverso, che lui non si venderà mai. Ma, come tutti gli artisti, anche lui ha una maschera che si è creato e che nasconde il suo “io”, il suo vero mondo. Possiamo vedere il brano come il racconto e l’incontro con la parte di sé stesso che pensava essere morta da anni ma che fortunatamente non si è mai sopita del tutto ed ora reclama il suo spazio. A tal proposito, nel 1997 durante un’intervista alla BBC, Bowie dichiarò: “Penso di averla scritta perché c’era una parte di me che stavo ancora cercando… Per me quella canzone ha sempre esemplificato lo stato d’animo che si prova quando si è giovani, quando ci si rende conto che c’è una parte di noi che non siamo ancora riusciti a mettere insieme, c’è questa grande ricerca, un gran bisogno di comprendere realmente chi siamo”.
L’ascesa del brano è dovuta alle numerose cover fatte da altri artisti, la più celebre delle quali è probabilmente quella acustica registrata nel 1993 dai Nirvana nel programma MTV Unplugged e che si trova al primo posto nella classifica delle 50 migliori cover di tutti i tempi stilata nel 2009 dalla rivista Spin: «La voce sofferente di Kurt Cobain nella versione unplugged dei Nirvana di questa melodia cosmica di Bowie del 1970 appare ancora più inquietante dopo che la canzone è diventata un classico del rock postumo». Dopo i Nirvana, il brano è diventato di dominio comune. Ricordo che molti ragazzi giovani pensavano che fosse un pezzo inedito della band di Seattle!
Prima di ascoltare quelle che secondo me sono le cover più interessanti di questo brano, voglio proporvi tre versioni differenti dello stesso Bowie: una sorta di attualizzazione che non immobilizza il pezzo ma che lo fa crescere in base all’evoluzione della moda e del tempo, un po’ come succede a noi esseri umani! Questa è la grandezza di David Bowie: essere sempre moderno ed attuale!

1970 – ORIGINAL VERSION

1979 – SATURDAY NIGHT LIVE

1995 – BRIAN ENO REMIX

You’re face to face
With the man who sold the world

1974 – LULU
La prima cover in assoluto del brano è interpretata dall’interessante voce della scozzese Lulu, che la reinterpretò in uno stile molto diverso e lontano dall’originale. Questa cover fu fortemente voluta dal Duca Bianco. Bowie volle a tutti i costi registrare un disco con lei, come ricorda la stessa Lulu: «Non pensavo che sarebbe successo davvero! David era assolutamente affascinante a quel tempo e io volevo solo essere guidata da lui. Amavo tutto ciò che faceva. Non pensavo che The Man Who Sold the World fosse la canzone più adatta alla mia voce, ma era una grande pezzo! Entrammo in studio e l’unico consiglio che mi dava era quello di dirmi di fumare più sigarette, per dare alla mia voce una certa qualità ed intensità». Il brano venne registrato nell’estate del 1973 e pubblicato come singolo l’11 gennaio dell’anno successivo nel Regno Unito. Grazie a questo singolo Lulu si esibì a Top of the Pops raggiungendo la 3ª posizione nella classifica ufficiale inglese. La line up della band che suonò nel brano: Mick Ronson, Trevor Bolder, Aynsley Dunbar, Mike Garson e lo stesso Bowie al sassofono e ai cori.

1982 – MIDGE URE
Già conosciuto al grande pubblico per aver militato nei Thin Lizzy ed essere il cantante della band Ultravox, decise si rendere omaggio a Bowie reinterpretando questo enigmatico brano che, grazie ad un arrangiamento ‘dark’ ed elettronico, ne rende ancora più criptico il significato. Si sente tutta la sensibilità industrial per una versione ancora oggi altamente ascoltabile e commovente. Nel 2015 la canzone sarà inserita nella colonna sonora del video gioco Metal Gear Solid V: The Phantom Pain , trovando un pubblico completamente nuovo.

2011 – FEDERICA ZAMMARCHI
Cantante, autrice e compositrice Jazz. Inizia la sua collaborazione con l’etichetta Compagnia Nuove Indye nel 2011 con la pubblicazione del CD “Jazz Oddity”, un omaggio a David Bowie rivisitato in chiave jazz/rock, realizzato con Enrico Zanisi, Antonio Jasevoli, Marco Siniscalco ed Emanuele Smimmo. L’esecuzione del pezzo è molto raffinata e fa strano risentire una versione completamente diversa dall’originale, soprattutto per chi conosce il brano e ne è affezionato ma è proprio questa la sorpresa che si prova ascoltando la versione della Zammarchi: piacere assoluto.

2016 – MICHAEL STIPE
Un’ intensa performance dal vivo solo pianoforte e voce per il frontman dei R.E.M. che tornò ad esibirsi, dopo cinque anni dallo scioglimento della band, cantando questa cover nel programma televisivo “The Tonight Show”. Commovente!

2016 – NIRVANA & BECK
Lo so. Vi aspettavate tutti di poter sentire la bellissima versione acustica fatta dai Nirvana con il leggendario Kurt Cobain all’MTV Unplugged… Ed invece no! Ascolterete si i Nirvana ma alla voce ci sarà Beck: considerato uno dei principali esponenti indie rock e lo-fi, un compositore che non disdegna le melodie pop ed i ritmi della musica latina fondendo il tutto in maniera eclettica con hip-hop, country, blues, soul e lounge. Registrata dal vivo a febbraio durante la serata di gala che ha anticipato la cerimonia dei Grammy Awards come tributo allo scomparso Bowie.

2021 – NIRVANA & DAVID BOWIE
Non sono matto e voi avete letto bene! Cliccando a questo link potete ascoltare una versione live dei Nirvana e David Bowie! A me non piacciono queste cose, ma chi ha realizzato questo mix è stato veramente bravo! Perdiamo tantissimo tempo della nostra vita a scrollare le pagine dei social, ad ascoltare distrattamente ciò che passa la radio… Bene, togliamo 4 minuti a queste perdite di tempo e ascoltiamo questo pezzo, ne vale la pena!

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