Another World è il secondo album in studio del chitarrista dei Queen Brian May, pubblicato il 1 giugno 1998 dalla Parlophone Records nel Regno Unito e il 15 settembre 1998 dalla Hollywood Records negli Stati Uniti. Questo lavoro è stato dedicato alla madre, scomparsa qualche tempo prima della pubblicazione e doveva essere un album di cover… ma le tragedie, ancora una volta, hanno poi stravolto i piani di May. Another World è il diretto risultato della vita vissuta dall’uomo che l’ha creato. Ogni canzone ha una storia, non è una semplice raccolta di canzoni registrate negli anni, è il risultato di un percorso che ha portato il suo creatore dove non si sarebbe mai aspettato di trovarsi perché, sembrerà retorica, ma la vita ci porta sempre dove vuole lei e noi non dobbiamo far altro che aprirci totalmente alle nuove situazioni. La vita è piena di opportunità ed un determinato Brian May ne ha approfittato piuttosto che rimanere chiuso in uno studio e vivere una vita noiosa.
Ma partiamo da lontano…
Subito dopo la morte di Freddie Mercury, May inizia a lavorare alacremente al suo tanto agognato album solista. Il lavoro è stata la terapia che Brian si è prescritto da solo ed una volta terminato il suo album “Back To The Light” nel 1992, è partito subito in un tour mondiale per promuoverlo in tutto il 1993. Tuttavia c’erano delle pause nella tabella di marcia e Brian ne approfitta per restare ‘attivo’, sempre alla ricerca di nuove sfide e nuovi progetti. “Avevo tutti questi input, alcune derivanti dall’ispirazione, altri da incarichi che mi proponevano”, racconta May a Clyde 1 Radio nel ‘98. Uno di questi ‘incarichi’ era di comporre le musiche per il tema di una nuova serie TV intitolata Frank Stubbs Promotes. Proseguendo la sua intervista a Clyde 1, “Mi chiesero di scrivere una canzone su questo ragazzo che in pratica si alza tutte le mattine e cerca di fare del suo meglio cercando di guardare la vita da altre angolazioni ma non ce la fa mai, è come un eterno ottimista ma anche un eterno perdente. Quindi, ho scritto per loro alcuni frammenti che hanno poi usato per la serie TV e mi sono pian piano reso conto che stavo scrivendo di me stesso, come succede sempre nelle mie canzoni!” May compose con la partecipazione dell’amico Cozy Powell: “The Business”. Powell e May si conoscevano da tempo ed il batterista era stato un membro della Brian May Band oltre ad aver già collaborato in diversi brani. Sebbene Brian abbia una lunga storia di ospitate negli album dei suoi colleghi artisti è solo adesso che ha iniziato a vedere il lavoro, non come un progetto collaterale ma come centro per convogliare le sue energie. “Fino a quel momento molte persone mi avevano chiesto di scrivere delle canzoni per loro o per trasmissioni televisive, pubblicità… Ho sempre rifiutato perché i Queen assorbivano tutto il mio tempo e la mia energia”, racconta Brian a Guitar & Bass Magazine (1998). Nella stessa estate del 1993, ha registrato insieme a Paul Rodgers la cover “I’m Ready” per il tribute album Muddy Water Blues. Mentre suonava in giro per il mondo, dedicandosi a tutto ciò che non aveva mai fatto negli anni con i Queen, qualcosa stava per minare questo suo ‘ritorno alla luce’. Roger Taylor e John Deacon, avevano iniziato a discutere su cosa fare delle ultime registrazioni del compianto Mercury. Come tutti sanno, i Queen subito dopo Innuendo iniziarono a registrare materiale per il successivo album ma Freddie non ha vissuto abbastanza per completare il lavoro e le parti vocali che aveva buttato giù nel suo ultimo mese richiedevano un lavoro ed un’attenzione per particolare per trasformarle in canzoni degne nel nome Queen. Nell’Ottobre del 1993, Roger informò il fan club dei Queen che lui e John avevano lavorato per due settimane a quel materiale incompleto. Tutto il mondo aspettava con ansia il nuovo album con la voce di Freddie in quanto voci incontrollate erano già partite dal 1991 ed alcuni titoli di brani, completati e non ancora completati, erano comparsi nel libro di Hutton. May terminò il suo tour nel Dicembre del ‘93 ed a Gennaio del 1994 si unì agli amici di sempre Roger e John per completare l’ultimo album con Freddie alla voce. Purtroppo il lavoro targato Queen comportava un sacco di tempo seduto davanti al computer e le offerte per progetti televisivi e video games continuavano a fioccare. La seconda serie dello show TV di Frank Stubbs aveva bisogno di una nuova sigla così Brian reclutò le sue coriste, Cathy Porter e Shelley Preston. “Eravamo appena tornate dal tour con Brian e qualche mese dopo ci chiamò per recarci presso il suo studio.” E nacque così la canzone “On My Way Up”.
Per l’estate del 1994 May era in trattative con alcuni programmatori di videogames che volevano usare alcuni brani presenti in Back To The Light per il loro nuovo gioco Rise Of The Robots. In una lettera al Fan Club, il chitarrista, accennò che voleva comporre un nuovo brano per loro ma il nuovo album dei Queen richiedeva ancora un sacco di tempo. Brian raccontò a Guitarist Magazine di quell’autunno: “Abbiamo continuato a parlare lungo tutto il percorso in modo che ognuno di noi sa cosa sta facendo l’altro, ed abbiamo un sistema per scambiarci i nastri che dobbiamo ascoltare, è come registrare via email! Ma stiamo facendo in modo di trovare del tempo per vedersi e registrare insieme ed abbiamo già passato un paio di settimane ai Metropolis Studios. Ma per la maggior parte abbiamo lavorato singolarmente. Ho passato gli ultimi quattro mesi a lavorare solo ad una canzone e mezza.” Con tutta una serie di progetti che gli venivano proposti e i Queen che chiedevano il suo tempo, i propositi di Brian circa un nuovo album solista iniziarono a slittare. “Ero tornato alle cose dei Queen e pensavo: ‘Chi me lo fa fare, a cosa diavolo è servito Back To The Light ed il tour?’. Quindi iniziai a rivedere tutto ciò che mi aveva fatto fermare all’inizio. Cominciai a guardare tutte quelle cose che mi emozionavano da bambino ma con gli occhi di un adulto: i dischi Buddy Holly, Little Richard ed Elvis, ad esempio. Era il mio piccolo progetto per quel momento ed ho pensato che l’album probabilmente sarà fatto di cover”. Così presentò la genesi del suo progetto a Talk Radio nel 1998. Le registrazioni iniziarono quasi come un gioco: “Sono venuti tutti i ragazzi a provare e abbiamo suonato come se fossimo su un palco. Cozy Powell, Neil Murray, Spike Edney e Jamie Moses… Siamo arrivati, preso gli strumenti e abbiamo semplicemente suonato un sacco di canzoni, roba che conoscevamo tutti: “Slow Down”, “Maybe Baby”, “It’s Only Make Believe”. Abbiamo fatto un sacco di roba solo per divertimento e per avere qualcosa su nastro”, dice Brian May a Clyde 1 radio (1998). Da quella sessione vennero fuori “Slow Down”, “Only Make Believe”, “Maybe Baby” e “Marie’s The Name (His Latest Flame)”. L’idea di fare un album di cover stava prendendo sempre più piede ed il titolo provvisorio era Heroes. Il 1994 vede i restanti tre membri dei Queen lavorare nello studio di casa di Brian ad Allerton Hill e un altro progetto si presentò a May: la serie radiofonica di Spider-Man. Con lo pseudonimo di MC Spy-D, May ha registrato della musica per la serie, arruolando di nuovo Cathy Porter. “Sono proprio io che canto ‘Spidey!’, ricorda Porter, “ed io e Brian cantiamo nel resto della canzone. Che sessione divertente!” Quell’anno, al party natalizio organizzato dal Fan Club, Brian veste i panni di un alter ego per la sua esibizione, un’icona del Rock & Roll: Twit E. Conway, la mente dietro il progetto Heroes ed esegue “Only Make Believe” e “Tie Your Mother Down”.
Brian non prende un attimo di pausa ed il 1995 inizia all’insegna del lavoro! Anita Dobson, nota star televisiva e fidanzata di Brian, era nel cast del Rocky Horror Picture Show e chiaramente venne coinvolto anche May. Il chitarrista registrò una versione di “Hot Patootie” e la chitarra di accompagnamento per “Floor Show (Rose Tint My World)”. Neanche il tempo di ultimare le registrazioni per la colonna sonora di questa nuova edizione del famoso musical di Richard O’Brien che sul tavolo del riccioluto chitarrista arrivò una nuova offerta: registrare una cover per il tribute album in onore di Jimi Hendrix. La canzone era ‘One Rainy Wish’, “Ho scelto intenzionalmente una canzone già pronta, dando solo un piccolo tocco finale. Quella canzone era la descrizione del sogno di Jimi, la sua esatta trasposizione in parole e musica”, disse Brian a Music Magazine nel 1998. Tutti questi progetti da solista correvano in parallelo con il terminare l’album postumo dei Queen: John Deacon stava lavorando negli studi di Londra, Brian ad Allerton Hill e Roger nel suo studio a Cosford Mill. Nel mentre la Acclaim Entertainment stava pensando ad un sequel del videogame “Rise Of The Robots”, intitolato “Rise II: Resurrection”. “’Cyborg’, in effetti, è partita come un’ideale colonna sonora per un videogame. Divenne qualcosa di molto interessante per me, qualcosa di molto profondo. Adoro Asimov ed ho iniziato a pensare a quella canzone come una visione mentale del robot”. Brian May a Music Magazine del 1998. A metà Settembre i Queen terminarono il lavoro di quello che verrà pubblicato con il titolo “Made In Heaven”. Avevano messo insieme le ultime registrazioni del loro amico e cantante ed avevano attinto al loro catalogo per creare un album completo che speravano potesse reggere il confronto con i loro lavori precedenti. Una volta ultimato il mix finale i tre si presero una pausa. “E’ stato un progetto mostruoso che è durato la bellezza di due anni, perché avevamo a che fare con pezzetti e pezzettini ed il lavoro più impegnativo è stato mettere tutti questi pezzi insieme, per farlo sembrare come se ci fosse la band al completo” dichiarerà Brian May al Sidney Sun Herald sempre nel 1998. La promozione di “Made In Heaven” impegnò moltissimo Brian e Roger. La stampa lo pubblicizzò come l’album conclusivo dei Queen e ultimo lavoro di Freddie. Le recensioni iniziarono ad arrivare ed era di nuovo esplosa la Queenmania un po’ in tutto il mondo. Brian fu ancora una volta assorbito dalla macchina Queen e la sua carriera solista si stoppò nuovamente. “Ho girato tutto il mondo con la Brian May Band e poi tornai nell’area Queen per realizzare Made In Heaven. Furono due anni veramente stressanti dal punto di vista lavorativo ed emotivo e alla fine non sapevo più chi ero.” dirà Brian May a Talk Radio nel 1998.
Il 1996 iniziò con May di nuovo preso al suo album Heroes ed alla gioia di lavorare con altri artisti. Ad Allerton Hill, registrò “F.B.I” con gli Status Quo e “It’s Raining In My Heart Again”. Questa collaborazione in studio si trasformerà in un evento live il 28 Gennaio, in occasione della prima Convention dello Status Quo Fan Club. La band inglese fondata dal bassista Alan Lancaster e dal chitarrista Francis Rossi nel 1962, salì sul palco insieme al chitarrista dei Queen per registrare il video di “It’s Raining In My Heart Again” e “F.B.I.”, che sarebbe poi apparsa nell’album “Twang: A Tribute to Hank Marvin”. Le voci sul futuro album solista di May vennero confermate dallo stesso chitarrista sull’edizione primaverile del Fan Club Magazine che riportava che stava lavorando al suo album solista ad Allerton Hill e la tracklist vedeva le cover delle canzoni che amava degli artisti con i quali era cresciuto, insieme a cover fatte per altri progetti. Morgan Fisher, in passato membro dei Mott The Hoople e tastierista durante il tour del 1982 dei Queen, stava mettendo insieme un album tributo per i Mott e chiese a Brian di fare una canzone. “I Mott The Hoople furono la nostra prima vera esperienza di vita on the road. Fu un’esperienza abbagliante. Mi è sempre rimasta nel cuore, siamo cresciuti con quel tour, era tutto folle e per sopravvivere ti dovevi adattare, dovevi diventare una specie di animale da rock and roll, nel senso buono del termine si intende. Li vedevo eseguire “All The Way To Memphis” tutte le sere e tutte le sere era un’esplosione, un terremoto. Erano davvero una fantastica band live. Dovevano rimanere insieme”, racconta Brian a Clyde 1 Radio nel 1998, “’All The Young Dudes’ era un gran pezzo, ma l’ha scritta Bowie, e per me ‘Memphis’ è la canzone simbolo dei Mott ed ho sempre desiderato farla”. In estate Brian fu coinvolto in un altro progetto molto interessante, la colonna sonora del film Le Straordinarie Avventure di Pinocchio di Steve Barron. Registrò due brani, assoldando ancora una volta Cathy Porter. Lei racconta l’esperienza così: “Mi chiese di cantare in una demo per ‘What Are We Made Of’. Brian litigò con i produttori esecutivi per tenere le mie parti vocali ma alla fine la casa discografica decise di utilizzare una delle loro artiste. Sissel ottenne l’incarico ma i miei cori rimasero.” L’altro brano per il film era un pezzo orchestrale per la scena dello show dei burattini: “Il Colosso”. Entrambe sarebbero apparse nella colonna sonora del film. Anche l’amico Peter Howitt, regista e sceneggiatore, chiese a May un pezzo per un film intitolato Sliding Doors, come racconta Brian a Clyde 1 Radio nel 1998: “Era un mio vecchio amico e mi disse ‘per favore, scrivimi una canzone. Ho sempre sognato che mi scrivessi una canzone, Bri’. Così ho scritto il brano ‘Another World’ e ne fui molto soddisfatto. Gliela portai e lui la adorò, facendo salti di gioia, e disse ‘è la canzone perfetta per il film!’.” Sfortunatamente un’altra etichetta discografica stava finanziando il film e non voleva che May fosse coinvolto quindi non se ne fece più nulla.
Nel 1996 venne inaugurata una statua in onore di Freddie Mercury nella piazza principale di Montreux. Brian May e Roger Taylor erano presenti assieme alla diva dell’Opera Montserrat Caballè, con la quale Freddie aveva registrato l’album Barcelona. Venne così svelata la famosa statua, meta di pellegrinaggio di tutti i fan della regina, alla cui vista Brian si sentì ispirato e nacque così l’idea di ‘No One But You (Only The Good Die Young). “L’ho scritto davvero pensando a Freddie,” raccontò Brian a This Morning nel 1997. “e si inseriva bene nel concetto originario di ciò che il mio album doveva essere. Era previsto che raccontasse degli eroi della mia infanzia: una canzone di Buddy Holly, qualcosa di Hendrix, tutte queste cose qui.” Brian registrò una demo del brano e voleva che fosse Roger Taylor a cantarla. Quindi ne spedì una copia a Roger che se ne dimenticò senza neanche ascoltarla. Brian rimase in attesa di un cenno da parte del suo compagno ma continuò ad esplorare altre collaborazioni, idee ed eroi musicali.
Ad inizio ‘97, un’altra colonna sonora si presentava sulla scrivania di Brian: stavolta doveva scrivere un brano per un film che parlava di un pugile, la storia vera di un inglese insipido, che mette paura. Un uomo che emerge dai bassifondi grazie alla sua abilità pugilistica. Il pezzo scritto da May si intitolava, con molta fantasia, ‘The Guv’nor’. Alla fine il film non venne fatto perché finirono i soldi ma la canzone non restò nel cassetto. “Rimasi con questa canzone e pensai che poteva adattarsi a Jeff Beck. Jeff, nel nostro mondo, è quello che mette paura, qualcuno con cui non devi fare casini. Lui è il Gov’nor: il parametro sul quale giudichi te stesso. Credo che molti di noi lo vedano in questo modo. Ed arrivò il momento in cui raccolsi abbastanza coraggio da chiamarlo e dirgli, ‘Che ne pensi Jeff? Ti piacerebbe fare The Gov’nor?’. Gli spiegai l’idea, gli feci ascoltare il brano e gli piacque. Venne e suonò. Fece delle cose fantastiche e le fece istintivamente, mi piacque molto. Ero al settimo cielo ma lui disse ‘Brian, è ok; ma non credo vada bene. Non credo di averla ancora fatta mia. Lasciamela portare a casa in modo che possa ascoltarla per un po’, e ti porterò qualcosa di meglio’. Beck si portò via le registrazioni per lavorarci in privato”. Così Brian racconta questa collaborazione a Guitar World Magazine sempre nel 1998. Nel febbraio del 1997 Brian si ritrovò alle prese con un’altra tragedia personale: la morte di sua madre Ruth. Nonostante ciò continuò a lavorare alle cose che potevano dargli gioia e non farlo pensare alla tragedia: la sua musica e la sua passione di sempre, l’astronomia. “Ora sono ossessionato solo dall’astronomia. Qualche anno fa mi sono recato addirittura in Mongolia per vedere l’eclisse totale di sole”, racconta Brian a Musikexpress nel 1998. L’eclisse di cui parla si verificò nel marzo del 1997 e parlò di quella esperienza a Clyde 1 Radio, “C’era un certo genere di canzoni rock che parlavano di ragazze su qualche strada glamour di Chicago, ma suona bene qualsiasi altro luogo. Ma queste canzoni non sono mai ambientate a Beijing! Quindi pensai che fosse arrivato il momento di farlo accadere. Rimasi davvero lì per un po’, andai in Mongolia a vedere l’eclisse di sole, una delle tante cose bizzarre che faccio e sono finito a Beijing ed anche li c’erano tante belle ragazze e così nacque ‘China Belle’”. Dopo questa vacanza in Mongolia, May tornò a casa e si rimise a lavorare al suo album Heroes. Qualche giorno dopo lo chiamò Roger Taylor, che aveva ascoltato la demo di “No-one But You”. “Gli piacque molto e disse che dovevamo farla”, racconta May un’intervista del 1998, “A Roger piacque e disse che avremmo dovuto farla a nome Queen. Sapevo che la canzone aveva tanti riferimenti a Freddie, ma Roger la volle rendere un po’ più generica e cambiarne il tempo. Io persi una canzone per il mio album ma i Queen ne guadagnarono una!”. Perdere questa canzone per il suo album fu un inconveniente che Brian non aveva previsto. “All’improvviso mi ritrovai senza la mia canzone speciale, quella che parlava del mio eroe preferito: Freddie. Così, affossai tutto il progetto. Iniziai a pensare che dovevo azzerare tutto e lavorare sulle mie cose, dovevo focalizzarmi sul mio percorso personale. Credo che sia proprio questo il vero valore della musica: quando ti esponi con i tuoi sentimenti in maniera onesta. E questo è ciò che ho fatto”. Brian a Undercover.net nel 1998. I tre membri dei Queen registrarono “No-one But You (Only The Good Die Young)” durante l’estate e venne deciso di inserirla nella successiva raccolta Queen Rocks, una compilation che conteneva una serie di brani hard rock ed heavy metal della band. Brian scrisse ai fan attraverso il magazine del Fan Club: il suo album solista era stato posticipato per motivi personali.
Brian riprese in mano tutto il suo lavoro ripartendo da zero. Così iniziò a guardare i suoi brani, le sue collaborazioni e tutti i progetti a cui aveva preso parte cercando di trovare una nuova direzione artistica. Nel fare questo, si rese conto che era da un po’ che non sentiva il suo amico Peter Howitt, e lo chiamò chiedendo lumi circa il brano Another World. La risposta dell’amico fu, “Oh, mi dispiace Brian, ma sai la politica… mi sono impegnato con una casa discografica che sta finanziando il film e non possiamo usare la tua canzone”. Ancora una volta fu un brutto colpo per May che rimase scombussolato per un paio di giorni, prima di vedere il lato positivo della cosa. Aveva un’altra canzone pronta per poter intrecciare nella musica i pensieri sulla sua vita ed i suoi sentimenti. Brian aveva tanta roba sugli scaffali ed aveva molto materiale da usare per il suo album. Quindi, con questa nuova direzione e impiegando il materiale a cui aveva lavorato con altri nei vari progetti che lo avevano coinvolto, May iniziò a delineare la nuova visione del suo album solista partendo già dal titolo: Another World. Il 1998 vide l’album vicino al suo completamento. Brian remixò “The Business”, “On My Way Up”, “One Rainy Wish” e “Cyborg” per includerli nell’album e si mise anche a registrare “China Belle” e “Wilderness”. “Mentre registravo quest’album stavo combattendo alcune battaglie personali. Cercavo una direzione dove orientare la mia vita ed arriva quest’idea da un amico che mi offre un tipo di terapia mai realizzata prima. Sono dei trucchetti che agiscono sulla mente, ma non hanno niente a che fare con la terapia classica, che ti costringe a scavare indietro fino all’infanzia. È un lavoro straordinario sui piccoli blocchi mentali del cervello. Vai solo un po’ indietro e cerchi di individuare gli inneschi che non funzionano. Ma non stavo andando molto bene e lui mi insegnò come creare dello spazio intorno a me. Per inciso, se un dolore del passato continua ad ossessionarti, impari a creare questa distanza tra te ed il passato. Ti fa stare più tranquillo, ti fa soffrire meno per minuti, ore e a volte anche per giorni. Funziona anche fisicamente. Fu così che nacque Space”. Dichiarerà Brian May a Best Magazine nel 1998. In base a ciò che disse Brian su “Why Don’t We Try Again”, sembra che questo pezzo nacque diversi anni fa, era molto personale e sentiva che non si adattasse ad un album dei Queen quindi fu messa da una parte fino al 1998. Era passato un anno e Brian non aveva più sentito Jeff Beck, quindi lo chiamò. Jeff non aveva ancora lavorato a The Guv’nor. Brian doveva presentare l’album alla EMI da li a poco ed avevamo già cancellato dalla lista il pezzo, ma due giorni prima della consegna, Brian ha riavuto indietro il nastro da Beck che conteneva delle cose davvero fantastiche.” Così, nel Marzo del 1998, Another World venne concluso ed iniziarono i preparativi per il tour promozionale. Nelle note di copertina, scrisse: “Quest’album è lo sfogo di una mente confusa che cerca ancora di trovare un senso a TUTTO, che in mezzo ad ampi spazi di disperazione cerca di trovare qualche sprazzo di luce. Questo è ciò che voglio condividere con voi. Solo un avvertimento, in Another World, le cose non sono MAI ciò che sembrano…” Mentre tutto stava prendendo una certa direzione, arrivò un’altra tragedia nella vita del chitarrista. Il 5 aprile Cozy Powell, rimase ucciso in un incidente stradale vicino Bristol, in Inghilterra. “Ero in Africa. Avevo portato i miei figli ad un safari perché avevo appena finito l’album. Volevo staccare completamente. Avevo parlato con Cozy, e ci dicevamo, ‘Wow, sarà grandioso tornare là fuori, dopo tutto questo tempo, finalmente torneremo in tour’, e poi è successo…”, racconterà Brian a Clyde 1 Radio. “La macchina ha avuto un problema, è andata in blocco una delle marce, pioveva… Cozy veniva a trovarmi spesso mentre realizzavo questo album, mi dava quella scintilla necessaria per portare le cose ad un livello più alto. È incredibile che non sia più qui con noi. Sono felice ed orgoglioso che abbiamo finito questo album, che lo abbia ascoltato e che gli sia piaciuto. Mi ha lasciato un messaggio dicendo che era molto più bello di quanto immaginasse e che non vedeva l’ora di portarlo in tour.” Una volta tornato in Inghilterra, Brian registrò un messaggio di addio per Cozy e raccontò a Q Magazine che stava facendo un remix di un brano dell’album come tributo per lui. Cozy era unico”. Il brano in questione era “The Business” e vennero aggiunte delle percussioni per creare il “Rock On Cozy Mix”, e venne scelto come primo singolo dell’album.
Il 1° giugno 1998 venne dato alle stampe Another World che racchiudeva i precedenti sei anni di lavoro. La tracklist finale era composta da nuove canzoni, colonne sonore per film, Serie TV e videogames, brani interpretati per album tributo ed alcune cover di canzoni dei suoi miti. Inoltre conteneva anche un pezzo nascosto, alla fine della canzone “Another World”, ma per ascoltarlo si doveva lasciare l’album in riproduzione e dopo un minuto di silenzio circa si poteva sentire questa ghost track. A tal proposito Brian racconta questa sua scelta alla Radio 2 della BBC nel 1998: “Quand’ero ragazzo, quando compravo i dischi, ero sempre alla ricerca di qualcosa di magico, di nascosto. La ‘Track 13’ di Made In Heaven è stata concepita con questo spirito, si può sentire la presenza di Freddie in quel brano. Nel mio album, la fine di ‘Another World’ è piuttosto un’eco della vera canzone, ‘Business’. L’ho scritta a notte fonda, fuori dalla realtà che mi circondava e, alla fine, potete sentire il telefono squillare che mi riporta bruscamente sulla terra. Proprio così, potete sentire il telefono che squilla. Uno squilletto che mi arriva in studio nel cuore della notte. Si chiama ‘Being On My Own’”. Le cover registrate e non usate nell’album, vennero usate come Bsides per i singoli estratti dal nuovo album e pensati per il Regno Unito mentre negli USA, un’offerta via posta permetteva agli acquirenti dell’album di ricevere una copia in edizione limitata dello speciale E.P. Retro Rock di Twit E. Conway, che conteneva le quattro cover: “Hot Patootie”, “Maybe Baby”, “F.B.I.” e “Only Make Believe”. Brian voleva ripartire in tour ma dovette rivedere la formazione della sua band, era senza Cozy e senza Cathy Porter e Shelley Preston, impegnate nel portare avanti le loro carriere. Alla fine la formazione era composta da Brian, Jamie Moses, Spike Edney, Neil Murray, Steve Ferrone, Zoe Nicholas e Susie Webb. La band fece qualche concerto di riscaldamento in versione acustica per partire con il tour vero e proprio il 15 Settembre del 1998 a Gijon in Spagna. L’ultimo spettacolo di questo tiratissimo tour fu il 28 Novembre a Brisbane, in Australia. Fin dalla prima data alla batteria c’era Eric Singer che sostituì Ferrone.
Il 22 Aprile 2022, l’album verrà finalmente ristampato in una nuova edizione e parlando in esclusiva con Express.co.uk di questa imminente riedizione, Brian ha detto: “Sono emozionato! E’ fantastico. Per me è bello pubblicare di nuovo quegli album da solista perché al momento non puoi trovarli su Spotify o iTunes o altro. Non puoi trasmetterli in streaming e non sei stato in grado di farlo per anni e anni e quindi questo mi riporta nel mainstream. Tutto quel lavoro che ho fatto, che considero piuttosto prezioso, è una grande parte della mia vita. Quindi sono davvero entusiasta che sarà là fuori; il mio secondo album da solista”. Il 74enne promette che ci saranno alcuni nuovi video promozionali, proprio come accaduto per Back to the Light, con The Time Traveller. La ristampa è presentata nella versione deluxe con un secondo disco, intitolato Another Disc, che comprende 15 tracce rare, ed alcune inedite, tratte da varie session del musicista.