Alessandro Carugini Albinoni: Adagio

Albinoni: Adagio

Tomaso Giovanni Albinoni è stato un compositore e violinista barocco, nacque a Venezia l’8 giugno del 1671 e vi morì il 17 Gennaio del 1751. Il suo ‘Adagio in Sol minore’ per archi e organo su due spunti tematici e su un basso numerato (Mi 26) e ribattezzato più semplicemente come ‘Adagio di Albinoni’, è in realtà una composizione del musicologo Remo Giazotto pubblicata nel 1958 dalla Ricordi. Esatto! Il famoso Adagio di Albinoni, non è di Albinoni! O meglio, non è tutta farina del suo sacco, ma andiamo per ordine…

Remo Giazotto è stato un musicologo, compositore e biografo italiano ed è conosciuto soprattutto per il catalogo sistematico delle opere di Tomaso Albinoni. Durante le sue ricerche sul compositore veneziano, il musicologo trovò tra le macerie della biblioteca di Stato di Dresda, l’unica biblioteca a possedere partiture autografe albinoniane, i frammenti di un movimento lento di sonata (o di concerto) in sol minore per archi e organo. Giazotto dichiarò di aver “ricostruito” il presunto Adagio sulla base di questi spezzoni di partitura di Albinoni, di cui purtroppo mai si sono avute certezze concrete.

Nel 1998, anno della morte di Giazotto, l’Adagio si è rivelato una composizione interamente originale di quest’ultimo, giacché nessuno di questi pretesi frammenti né alcuna traccia documentale dei medesimi sono stati reperiti nella Biblioteca Nazionale Sassone (ex biblioteca di Stato di Dresda). L’opera è stata catalogata dal musicologo Michael Talbot, massimo studioso di Tomaso Albinoni, come Mi 26 e inserita tra le composizioni non autentiche.

Subito dopo la sua dipartita, Remo Giazotto fu criticato da qualche odierno studioso di musica barocca ed è stato “accusato” di aver prodotto dei veri e propri falsi.

Ma torniamo al nostro brano che, come detto è uno strumentale per archi con l’aggiunta dell’organo; volendo, è possibile anche eseguirlo per soli archi. Ma la sua notorietà ha raggiunto un livello tale che sono frequenti le trascrizioni per molti altri strumenti, compresa la chitarra ‘pesante’, che a noi piace tanto.

Questa composizione ha avuto un notevole successo anche grazie ai numerosi utilizzi e reinterpretazioni: è il tema conduttore de Il processo di Orson Welles del 1962; fa parte della colonna sonora del film Gli anni spezzati di Peter Weir del 1981; si trova nella colonna sonora del film di fantascienza Rollerball del 1975 e in quella del più recente Manchester by the Sea di Kenneth Lonergan del 2016. È stata inoltre usata come sottofondo musicale in numerosissimi programmi televisivi e spot pubblicitari, tra le quali spiccano l’episodio “Il dominio del drago” della serie di fantascienza Spazio 1999 datata 1975 e si può ascoltare anche nel “Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini del 1964.

Ma ora bando alle ciance! Alzate il volume e sentiamo come un pezzo classico può diventare un brano alla portata di tutti! LEZROCK!

2011 – Copernicus Chamber Orchestra (diretta da Horst Sohm): una delle più belle versioni dal vivo, molto fedele all’originale.

1968 – Udo Jürgens: è stato un cantante e attore austriaco, classe 1934. Praticò con successo il genere ‘schlager’, ovvero ballate dolci e sentimentali caratterizzate da melodie semplici e orecchiabili con arrangiamenti pop di facile presa e poco impegnativi. I testi generalmente sono incentrati sull’amore ed ecco che con questi canoni nasce questa versione cantata in italiano del famoso Adagio. Udo, morto nel 2014, ha interpretato questo brano anche in tedesco ed in francese ed è stato uno dei più longevi cantautori europei: iniziò il suo ultimo tour ad 80 anni!

1968 – The Doors: durante le session di registrazione dell’album Waiting For The Sun, il gruppo capitanato da Jim Morrison incise anche questo brano che rimase negli archivi fino al 1978 dove, su una parte del brano stesso, Jim Morrison recita la poesia ‘A Feast of Friends’.

1974 – Renaissance: questa band è nata alla fine degli anni 60 dalle ceneri degli Yardbirds. All’attivo hanno 13 album in studio, 7 album dal vivo e 5 compilation, quindi tu che hai detto ‘Ma chi c***o sono questi’ prenditi un po’ di tempo e scopri questo gruppo che ha avuto una carriera ricca di successi, impostata sulla sovrapposizione di un sound folk rock e citazioni, allusioni e rielaborazioni di materiale preso dal repertorio della musica classica occidentale: Bach, Chopin, Albinoni, Debussy, Rachmaninoff, Rimsky-Korsakov, Prokofiev, Ravel.

1984 – Yngwie Malmsteen: come detto qualche riga più su, questo brano si presta ad essere reinterpretato con qualsiasi strumento e Malmsteen, che non ha bisogno di presentazioni, ne è la prova vivente! La chitarra la fa da padrona, rendendo metal un classico della musica.

2003 – Dominic Miller: musicista di origini argentine conosciuto per i suoi tour con Sting e per le sue collaborazioni con artisti come Tina Turner, Paul Young ed il nostro Mango, giusto per citarne alcuni, rielabora le partiture di questo brano barocco per la sua chitarra classica, che diventa la protagonista del pezzo mantenendo inalterata l’emozionalità dello stesso!

2020 – Andrea Bocelli: e come sempre la famosa cover in italiano. Questa volta, a cantare e reinterpretare il brano preso in esame, è il mio concittadino Andrea Bocelli, il tenore che si fece conoscere nel 1993, quando cantò ‘Miserere’ con Zucchero, per poi consolidarsi con ‘Il Mare Calmo Della Sera’ con cui vinse Sanremo nel 1994. In seguito ha cantato con molti altri interpreti di livello internazionale tra cui Pavarotti, Lady Gaga, Ed Sheeran, Céline Dion, Stevie Wonder, Giorgia, Sarah Brightman, Laura Pausini, Natalie Cole, Mary J. Blige, Ariana Grande e molti altri che non elenco. Da Lajatico, un paesino di 1300 abitanti circa in provincia di Pisa, è diventato uno dei cantanti italiani più conosciuti nel mondo.

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