Alessandro Carugini John Lennon: Imagine

John Lennon: Imagine

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Ascolto musica a 360 gradi: dalla classica fino alla trap moderna; ci sono tantissime canzoni che sono entrate nel quotidiano di tutti noi ma a questo giro mi sono voluto cimentare non con una canzone famosa ma LA CANZONE FAMOSA. Un brano che ha superato le barriere dello spazio e del tempo, un brano reinterpretato da dozzine di artisti tra cui Madonna, Stevie Wonder, Joan Baez, Lady Gaga, Elton John, Queen, David Bowie, Diana Ross e Avril Lavigne… giusto per citarne qualcuno. Addirittura nell’agosto del 2012 Emeli Sandé ne incise una cover per la cerimonia di chiusura della XXX Olimpiade. Di che brano si tratta? Del capolavoro di John Lennon del 1971: Imagine! Co-prodotta da Lennon e dalla moglie Yōko Ono, insieme a grande produttore Phil Spector, la canzone venne incisa nello studio casalingo del cantante a Tittenhurst Park, ad Ascot in Inghilterra, nel maggio del 1971.

La canzone, la più celebre e rappresentativa dell’autore tra quelle realizzate durante la sua carriera solista, fu pubblicata sull’album Imagine e come singolo negli USA l’11 ottobre del 1971. Visto l’enorme successo il brano fu ripubblicato nel 1975 come singolo anche per il mercato britannico. Da allora è stato calcolato che il 45 giri abbia venduto oltre 1,6 milioni di copie nel solo Regno Unito.

Poco tempo prima del suo assassinio, Lennon riconobbe il contributo della moglie quale ispiratrice del concetto che si cela dietro ad Imagine, ammettendo che all’epoca non si era sentito ancora così maturo da inserire anche il suo nome tra gli autori del brano.

Come detto all’inizio di questo articolo si sta parlando di uno dei brani musicali più belli e conosciuti della storia della musica rock; pensate che in molti paesi del mondo la canzone Imagine gode dello stesso rispetto che viene riservato agli inni nazionali. Pazzesco se si pensa che l’abbia scritta un essere umano ‘come noi’!

Analizzandone il testo, solitamente letto in chiave pacifista, ci porta ad un significato molto semplice e banale a prima vista: se puoi “immaginare” un mondo in pace, senza discriminazioni dettate dalla religione – non senza religione, ma senza quell’atteggiamento “il mio Dio-è-più-grande-del-tuo-Dio”, allora può avverarsi. Siamo nel 1971, ma sembra scritta domani se consideriamo ciò che sta accadendo oggi nel mondo! Ma andiamo avanti, lo stesso Lennon ammise che i contenuti del testo della sua creatura la avvicinano più al Manifesto del partito comunista che a un inno alla pace: le strofe infatti raccontano di una società laica in cui non trionfano i valori del materialismo, dell’utilitarismo e dell’edonismo che viene auspicato nel testo; Lennon affermò che il brano era “anti-religioso, anti-nazionalista, anti-convenzionale e anti-capitalista e viene accettato solo perché è coperto di zucchero”. Yōko Ono disse che ‘il messaggio di Imagine si poteva sintetizzare dicendo che “siamo tutti un solo mondo, un solo paese, un solo popolo”’

L’impatto emotivo del brano ed il suo stesso senso sono stati moderati molto a causa dell’eccessiva esposizione mediatica successiva alla morte di John, ma il suo radicalismo utopico è ancora vivo e molto forte nel brano soprattutto per chi vuole ascoltarlo: «Prima di tutto bisogna pensare a volare, poi si vola. Concepire l’idea è la prima mossa.» (John Lennon, 1980)

Adesso posso togliermi gli abiti del professore e torniamo a parlare di musica! Andiamo ad ascoltare quelle che secondo me sono le versioni più belle fatte dagli altri! Andiamo ad ascoltare se il messaggio di Lennon è stato recepito e, come. Buon ascolto!

1971 – John Lennon: Un inno conosciuto in tutto il mondo, e sicuramente una delle migliori canzoni di sempre: Imagine è uno di quei capolavori che solo un artista come John Lennon poteva regalarci. E non un regalo da poco, bensì una canzone che ha segnato l’umanità intera, divenendo un simbolo di pace e fratellanza.

1972 – Ornella Vanoni: avrei voluto farvi ascoltare la versione italiana realizzata da Gino Paolo nel 1996, in italiano, dal titolo Immagina Un Bel Mondo, ma sul tubo non l’ho trovata. Si tratta di un adattamento in italiano del celebre brano di Lennon, riuscito solo in parte. Quindi, vista la mancanza, vi faccio ascoltare ugualmente il brano in italiano, con il testo di Paolo Limiti e la voce di Ornella Vanoni. Questa versione riconduce tutta la canzone ad una dimensione privata tralasciando completamente il discorso globale ed il messaggio universale di Lennon.

2002 – Eva Cassidy: praticamente una sconosciuta quando morì di cancro all’età di 33 anni nel 1996. Come spesso accade, dopo la sua dipartita terrena, si è consacrata nell’olimpo dei grandi artisti con merito! Sei anni dopo la sua morte, nel 2002, esce l’album Imagine composto da 15 cover di canzoni memorabili tra cui, appunto, Imagine di Lennon; un disco che si colloca esattamente in quello spazio tra Blues e Soul, che ci fa pensare all’ennesima ‘caricatura’ di Janis Joplin e niente più. Ma ascoltando il tutto restiamo sorpresi: Eva aveva una voce graffiante, molto blues, ma non scimmiotta la Joplin, non copia nessuno, è se stessa. La sua capacità di far suonare la voce la porta a raggiungere una forte intensità, affiancata da una regolarità ed una padronanza della voce stessa, portandola ad un livello più alto di molte sue colleghe più blasonate.

2004 – A Perfect Circle: gruppo musicale statunitense rock formato nel 1996 da Billy Howerdel e Maynard James Keenan, il cantante dei Tool. Musicalmente simili per intensità e malinconia ai Tool ma con una componente melodica in più, giusto per deviare un po’ dall’accento gotico di questi ultimi. Come scritto nell’articolo vediamo chi riesce a mantenere il senso delle parole di Lennon… Ecco… I Perfect Circle riescono a stravolgere completamente il brano con questa versione: la pace e la speranza dell’ex Beatles vengono spazzate via in favore di depressione e tristezza, un qualcosa molto disturbante e distopico, il sogno nel cassetto che sai che non si realizzerà mai!

2011 – Chris Cornell: bellissima versione, resa più malinconica ed intimista, cantata quasi in chiave soul, dove la chitarra acustica fa risaltare perfettamente la voce magnifica del cantante dei Soundgarden, Temple Of The Dog e degli Audioslave. Questa versione è tratta dall’album Songbook del 2011. Una grandissima voce ed un gradissimo artista morto troppo presto!

2018 – Pearl Jam: gran gruppo musicale grunge statunitense, formatosi a Seattle nel 1990. Nonostante le loro sonorità differiscano molto da colleghi come Nirvana o Alice in Chains, entrambi gruppi del filone grunge di Seattle, si sono ritagliati la loro fetta di pubblico grazie ad un sound più vicino al rock anni 70 che al punk. Questa cover, eseguita dal vivo al Rock Werchter il 7 luglio del 2018, è un bellissimo tributo a Lennon.

Chiudiamo l’articolo con questa storia e questo brano…

Parigi, 13 Novembre 2015. Una serie di attacchi terroristici, rivendicati poi dall’ISIS, colpiscono varie zone della capitale. Gli attentati sono stati compiuti da almeno dieci persone fra uomini e donne, responsabili di tre esplosioni nei pressi dello Stade de France e di 6 sparatorie in diversi luoghi pubblici della capitale francese, tra cui la più sanguinosa è avvenuta presso il teatro Bataclan, dove sono rimaste uccise 90 persone. Si è trattato della più cruenta aggressione in territorio francese dalla seconda guerra mondiale. Non sto a riportare ciò che è accaduto all’interno del teatro tra le 21.40 fino a mezzanotte e mezza circa, ma voglio solo ricordare che il pianista tedesco, Davide Martello, il 14 Novembre 2015 fece installare un pianoforte davanti al Bataclan ed in onore dei caduti suonò Imagine!

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